domenica 29 marzo 2015

Storia di uno dei tanti "studiosi" e "storici" cialtroni, che si interessano del fenomeno del "brigantaggio" durante l'invasione e l'occupazione dell'esercito piemontese nel Regno delle Due Sicilie.

Luigi Miani di Ginosa, sottotenente nell'esercito borbonico, fu uno dei tanti traditori che passarono nelle fila della Guardia Nazionale di Ginosa col grado di capitano, collaborando con i piemontesi.
Raccontò alcuni fatti che accaddero nei territori di Ginosa, Laterza, Mottola ed altri comuni.
Raccontò dell'uccisione di Vincenzo Pugliese nella masseria Chiancarello in territorio di Mottola.
Secondo lo "studioso" e "storico" Mario Guagnano, questo fatto avvenne l'8 giugno 1862, ed il nome dell'ucciso era Domenico Pugliese.
Questo omicidio è stato attribuito alla colonna guidata dal sergente Romano.
Studiando alcuni interrogatori, ho scoperto che la colonna guidata dal sergente e da Marco Di Palo, il 7 giugno era già in territorio di Spinazzola. Resterà tra i territori di Gravina, Spinazzola, Minervino Murge e Montemilone, fino al 16 giugno, giorno della sconfitta con la Legione Ungherese.
Datosi che ci sono personaggi che, dopo aver letto due o tre libri, scrivono racconti basati su ciò che scrittori come: Lucarelli, Guagnano ed altri hanno divulgato senza constatare o approfondire, ci troviamo a leggere di tutto.
I libri aumentano, le fesserie anche, e coloro che approfittano dell'occasione non danno alcun contributo per arrivare alla verità.
Così, vengono spacciate le foto di un ex sergente borbonico lucano e di un componente lucano della banda Masini, per le foto di Giuseppe Laveneziana detto "il figlio del Re" e di Cosimo Mazzeo detto "Pizzichicchio".
Lo posso dimostrare con fatti e con i veri connotati di questi due patrioti lucani.
Gli uomini che componevano la banda Masini, dopo l'uccisione del loro capo e di alcuni loro compagni, si consegnarono alle Autorità alla fine di Dicembre 1864 e nei primi mesi del 1865.
Solo uno di loro si era già consegnato nel novembre del 1864.
Le foto furono realizzate a Potenza nel 1865.
Cosimo Mazzeo detto "Pizzichicchio", era già stato fucilato a Potenza il 28 novembre 1864.

Lo "studioso" e "storico" gioiese, Mario Guagnano, un giorno mi chiese se volevo scrivere con lui un libro a "quattro mani".
Gli risposi di sì, ed iniziai a confidargli alcune cose che avevo scoperto sul sergente (come i veri luoghi da dove scriveva le sue lettere).
Parigi, era la masseria dove aveva il suo quartier generale nel brindisino; Londra era il luogo sull'Alta Murgia barese per l'incontro con Crocco.
Chi ha acquistato il mio libro: "Sergente ROMANO da Gioja in Terra di Bari", troverà questa lettera a pag. 34, con le copie trascritte dei documenti originali trovati sul corpo del sergente dopo la sua uccisione.

Di seguito riporto il contenuto del mio commento alla pubblicazione della "ristampa" del libro di Mario Guagnano.



x Mario Guagnano

Sei degno di essere eletto membro (alias ..... .. .....) onorario del Club dei Cialtroni.
Ogni volta che ti confidavo i risultati delle mie ricerche sul Sergente Romano, approfittavi dell'occasione e includevi, nei tuoi articoli (Umanesimo della Pietra), ciò che io avevo scoperto.
Ecco la sequenza di ciò che ti confidavo e che tu sfacciatamente hai avuto la faccia tosta di inserire nei tuoi articoli:
1) Processo contro i componenti della banda del Sergente Romano.
   (Giuseppe Ferreri. Cause davanti ai giurati negli Abruzzi e nelle Puglie. Bologna 1866)
   Pubblicato sia su Umanesimo della Pietra che sulla "ristampa" del tuo libro.
2) Croci di Cavaliere e Medaglie d'argento accordate a: Bolasco, Molgora, Lodezzano, Cantù, ... Dollesz, Viberal, Gombas, ecc.
   (Annuario dell'Italia Militare per il 1864.)
   Pubblicato sia su Umanesimo della Pietra che sulla "ristampa" del tuo libro.
3) Caduta da cavallo del generale Pallavicini
   (Umanesimo della Pietra, anno 2012 - pag. 100)
In ultimo, sulla "ristampa" del tuo libro, a pagina 141, ho trovato il nome che ti confidai nel marzo 2013.
Allora ti dissi: il nome, il cognome ed il soprannome, e ti dissi pure di tenertelo per te.
Da vero imbecille, quale tu sei, inserisci: ... forse Giovanni Verga detto Il Monaco di Grottaglie.
Come lo hai scoperto? Dove ti sei documentato?
Ma ... ormai, avevi preso l'abitudine di appropriarti di ciò che ha me è costato soldi, tempo e parecchi libri da sfogliare e da leggere, sia in formato cartaceo che digitale.
Il tuo cervello, all'ultimo momento, ti ha tradito e non ti sei ricordato del vero nome del Verga?
Sappi che ciò che hai fatto, lo racconterò minutamente nel mio libro di prossima pubblicazione, e tutti sapranno che razza di studioso e storico sei.
Inserirò il nome corretto del Verga ed altre notizie che lo riguardano.
Inoltre, inserirò i nomi degli altri, tra cui Francesco "Scarzone".
Di certo non inserirò il nome della masseria, che fu il quartier generale per un mese e mezzo, durante le azioni del Sergente Romano nel brindisino.
Ti sei mai chiesto come mai, il sergente con i suoi uomini, ritornò nel territorio brindisino dopo circa 20 giorni che l'aveva lasciato?

Per le persone che si reputano LEALI ed intellettualmente oneste, sappino che, il luogo dove è ubicato il Monumento dedicato al Sergente Romano, non è il luogo dove è avvenuto il conflitto del 5 gennaio 1863.
Il luogo, è da tutt'altra parte.
Questo succede quando, questi "studiosi" e "storici", non sanno nemmeno la differenza che c'è tra miglia e chilometri.

P.S. Perchè non hai detto hai tuoi "fans da parata", o pubblicato sul tuo libro, l'ubicazione della casa del Sergente Romano che io ho trovato?
Avevi paura che se pubblicavi anche questa notizia avresti perso la faccia?
Racconterò anche di un tale che si spaccia per il discendente del Sergente Romano.
Quando gli chiesi, tramite mail, dove si trovava la casa del Sergente, mi rispose: "più o meno al centro".
Conservo ancora la mail.
E racconterò anche di quando gli scrissi che ha Gaeta vi era stato anche Francesco Pezzolla.
Mi rispose dicendomi che, quando il Sergente lasciò Gaeta, andò a far visita ai suoi familiari sull'isola di ...
Come se, da prigionieri, potevano comportarsi come se erano in libera uscita e andare dove volevano!

N.B. Non so che ristampa è, se ti ostini a non correggere gli errori.
Scusa, ma la data di nascita del Sergente, 24 agosto 1833 da te riportata nella pubblicazione del 1993, non l'avevi trovata nell'Archivio della Chiesa Madre?
Era prassi, anche agli inizi del 1900, di dichiarare i nuovi nati all'anagrafe comunale anche dopo un mese.
Dopo che hai fatto pubblicare parecchi libri ai fruitori del copia e incolla, gli togli questa "soddisfazione"?
A pag. 67 della "ristampa" del tuo libro, pubblichi la stessa data che fu già pubblicata da Bitetti-Genoviva nel 1976.
Hai corretto bosco di Aquasetta (come è scritto nel libro pubblicato nel 1993), con Aquatetta, che io ti feci notare e correggere.
Scusa ..., ma non è la trascrizione di un interrogatorio?
Non dovevi trascrivere Aquasetta e porre la Nota a fondo pagina con la denominazione esatta, cioè Acquatetta?
A coloro che leggono libri dove si raccontano fatti storici, e che vogliono utilizzare parti del libro letto per pubblicarne uno proprio, consiglio di non copiare le trascrizioni se non ci sono anche le immagini dei documenti.
Mi è capitato di leggere varie trascrizioni e, nel momento in cui sono entrato in possesso degli originali, ho notato che le trascrizioni non rispettavano la lunghezza dei righi, la punteggiatura e, alcune volte, mancavano interi righi, falsando il contenuto del testo.
So che Vincenzo Grimaldi aveva scritto sul suo libro, pubblicato nel 1901 (da te prestatomi in fotocopia), Monte di Trecartini (pag. 83), e la fonte era l'Archivio comunale di Gioia (la stessa da te citata ed utilizzata a pag. 123);
ma il dovere di uno studioso e di uno storico vero, non è quello di fare ricerche per divulgare la verità ed inserire le denominazioni corrette (quando è possibile) dei luoghi?
Il Monte in questione è denominato Tre Carlini, ed è situato in agro di Martina Franca (TA).

Speravo di acquistare il libro da te pubblicato nel 1993, rivisitato e corretto, invece ...
Finisco con una delle battute di Ezio Greggio tratta dal programma TV, Drive In: "... una tavanata pazzesca"!

Gabriele Orfino Tancorre


P.P.S. La prossima volta che a Gioia capiterà un circo, fatti assumere come comparsa di uno dei pagliacci, perchè non sei nemmeno degno di fare il pagliaccio!!!

giovedì 19 marzo 2015

Una storia di comune imbecillità, papponeria e parassitismo di regime

La storia è sempre quella.
I nostalgici della forca e della ghigliottina, della "repubblica" napoletana, vogliono continuare a fare il tiro al piccione!
Non hanno capito che ormai il tappo della falsa unità nazionale è saltato.
Datosi che, secondo loro, sono dalla parte della "ragione", ogni contatto con questi pseudo-repubblicani della prima ora, risulta vano.
Ecco la sequenza delle mail inviate a cui, questi imbecilli, non si sono nemmeno degnati di rispondere.

1ª mail inviata il 15-11-2013 ore 09:35
Pensavo che l'articolo sul Sergente Romano: "Una storia di delinquenza comune" fosse stato scritto dalla "direttrice" del giornale.

Questa è la copia del messaggio che hai inviato a Nome da Nuovo Monitore Napoletano

Questa è una email di contatto dal sito http://www.nuovomonitorenapoletano.it/ inviata da:
Orfino Gabriele <gabrieleorfino@tiscalinet.it>

Non sono un nostalgico borbonico, però difendo chi ha difeso la propria Libertà.
I suoi "repubblicani" glieli raccomando.
Dei veri ladroni.
Ma che bella "repubblica" dei dittatori di turno!
Se Lei è convinta che il Sud Italia è stato liberato dai ladroni del Nord, si guardi intorno e veda lo squallore di cui è circondata Napoli.
Ci hanno liberato, ma di tutto quello di cui si potevano appropriare.

Gabriele Orfino


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2ª mail inviata il 28-11-2013 ore 11:07
Avendo letto in seguito, che l'articolo era stato scritto da un certo Marco Vigna, gli invio quest'altra mail.

Questa è la copia del messaggio che hai inviato a Nome da Nuovo Monitore Napoletano

Questa è una email di contatto dal sito http://www.nuovomonitorenapoletano.it/ inviata da:
Gabriele Orfino <gabrieleorfino@tiscalinet.it>

Egregio Marco Vigna,
Lei è forse uno dei tanti nostalgici della forca e della ghigliottina?
Lei ha solo letto ciò che ha scritto uno pseudo-storico come Antonio Lucarelli.
Per farle capire che razza di storico era, basta dirle che il nome della madre del sergente Romano (non sergente per modo di dire, ma era sergente borbonico, ed era presente alla difesa di Gaeta) era Anna Concetta Lorusso e non Angela Concetta Lorusso.
Comunque, senza portarla per le lunghe, mi spieghi che fine fecero più di 5.000 giojesi dal 1861 al 1865. Si vada a vedere le statistiche del Regno d'Italia del 1861 e del 1871, dove ne mancavano ancora più di 4.000.
La informo che le foibe, sono state la conseguenza di ciò che fece l'esercito italiano nella provincia di Lubiana.
L'isola di Arbe che cosa le ricorda?
È stata utilizzata per deportare migliaia di slavi.
Conosce i nomi di oltre 1200 criminali di guerra italiani? O conosce solo quelli tedeschi?
Se non sa tutto questo, è meglio che il suo tempo di "volontariato" lo sprechi per altro.

Gabriele Orfino


Di seguito sono inserite le immagini dei Documenti e le trascrizioni.
Si tratta del Congedo da Gaeta di Francesco Pezzolla di Alberobello, che non si presentò mai al Sindaco di Bari, comune di residenza, e si nascose nei boschi tra Alberobello e Martina Franca.
A Nocera de' Pagani era stato allestito un centro di raccolta dei soldati borbonici congedati da Gaeta.
Del Sergente ROMANO, vi è solo il documento di partenza da Nocera de' Pagani, mentre il foglio di congedo fu trattenuto dal Sindaco di Gioja, Filippo Taranto.
Le immagini dei documenti e le trascrizioni fanno parte del mio libro pubblicato nel febbraio 2011: "Sergente ROMANO da Gioja in Terra di Bari".
Sono le copie di alcuni documenti trovati sul corpo del sergente dopo la sua uccisione.
L'Editore SUMA è stato diffidato dal distribuire questo libro a qualsiasi titolo; potrete richiedere questo libro solamente a me.
Gabriele Orfino Tancorre



TRASCRIZIONE DEL DOCUMENTO
ba giusta_ Marche apparenti cicatrice al labro sotto
a parte sinistra_ Reg.to al N° 37_ L’Uffiziale incari-
cato_ Michele de Troja_ Il Direttore Generale de’
Ponti e strade, acqua, foreste e cacce_ Il Seg.o G.le [firma illeggibile]


__________________________

Brigata de’ cacciatori_ 3° Battaglione_ 7ª Compa-
gnia. Si rilascia congedo al nominato Francesco
Pezzolla Cacciatore figlio di Giuseppe e di Angela
D’Oria del Comune di Alberobello_ Provincia di
Bari_ Al N° di matricola 3338_ Giusta le superio-
ri disposizioni_ Gaeta li 24 Dicembre 1860_ Il
Comandante il Corpo_ Gregorio Delconte_ Il Magg.e
Visto_ Il Generale Comandante la brigata “ “
Certifico io qui sottoscritto Comandante la 7ª Com-
pagnia, che il dietroscritto individuo è stato aggiu-
stato a tutta l’epoca della data, di pane, e prest, e di
avere inoltre ricevuto tre razioni di pane ed otto
giorni di prest in carlini otto_ Gaeta 24 Dicembre
1860_ Il Comandante la Compagnia_ Gaetani


__________________________

Real Piazza di Nocera_ Battaglione D’Afflitto_ 1° Se-
guito_
Si permette al nominato Pasquale Romano 1° Sergente
appartenente al suddetto Battaglione D’Afflitto
di recarsi in Gioja Provincia di Bari per tempo
illimitato, dovendosi attenere alle prescrizioni con-
tenute nel Real Decreto de 20 Novembre 1860_ Lo
stesso ha ricevuto la somma competente al suo grado
in docati dieci_ Nocera il 1° Gennaio 1861_ Il Comandan-
te del seguito_ Paolo Spada 1° Sergente_ Il Coman-



TRASCRIZIONE DEL DOCUMENTO
dante del Battaglione_ ?L. D’Afflitto il Capitano_ Visto
il Luogotenente Colonnello Comandante_ Pallavicini_ Vi-
sto il Comandante la Piazza_ M. ?Restin_ Visto arrivare
in Gioja li 9 Gennaio 1861_ Il Sindaco_ F. Taranto_


__________________________

Real Piazza di Nocera_ Battaglione D’Afflitto_ 1ª Com-
pagnia_ Si permette al nominato Francesco Pezzol-
la soldato appartenente al suddetto Battaglione Daf-
flitto di recarsi in propria casa, Bari, Provincia di
Bari, dovendosi attenere alle prescrizioni contenute
nel Decreto del 20 Dicembre 1860_ Essendo lo stesso ap-
partenente alla leva del 1856_ Lo stesso ha ricevuto
grana novanta per le spese di viaggio_ Nocera li 13
Gennaio 1861_ Il Comandante la Compagnia_ Va-
lentini Maggiore Cap.o_ Il Tenente Colonnello Co-
mandante il Battaglione D’Afflitto_ R.F._ Visto_ Il
Tenente Colonnello Comandante il deposito S. Francesco_
Visto_ Il Colonnello, ?M.co, Comandante la Piazza_
Zun?..._ Per copia conforme_ Il Commesso_ Vin-
cenzo Viglione_ Visto_ Il Giud.e Istrutt.e_ Inghin-
goli_ Vitale


__________________________
Le mie disgrazie

Dopo un anno in circa di boscosa solitudine, un dí si
presentano meco tredeci masnati individui medio-
cremente armati, accennandomi essere difensori di
Francesco II° e della Santa Chiesa Cattolica Romana.
Io desideroso far compagnia in tale oggetto, on-
de difendere i sopra citati diritti esattamente
ai quali ero ben disposto da molto tempo, come


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3ª mail inviata il 11-12-2013 ore 10:51
Non avendo ricevuto alcuna risposta, gli invio quest'ultima mail.

Questa è la copia del messaggio che hai inviato a Nome da Nuovo Monitore Napoletano

Questa è una email di contatto dal sito http://www.nuovomonitorenapoletano.it/ inviata da:
Gabriele Orfino <gabrieleorfino@tiscalinet.it>

per Marco Vigna e alla "degnissima" redazione del: "Nuovo Monitore Napoletano".
Non so in quale Nazione vivete!
Questa Italia, in teoria è una Repubblica, ma ...
Dov'è la Libertà?
Dov'è la Fratellanza?
Dov'è l'Uguaglianza?

Se siete del Sud Italia, siete il peggio che poteva meritarsi questa nostra antica Patria.
La vigliaccheria di chi non risponde a due mail, ne è la prova!

Datevi all'ippica.

Gabriele Orfino


Per dimostrare a coloro che continuano a chiamare briganti gli ex-soldati borbonici che combattevano per liberare la propria Patria dagli invasori piemontesi, inserisco una pagina della lista scritta dal Sergente ROMANO, di ex-soldati, reclute (ossia i giovani che non vollero far parte del "nuovo esercito italiano") e volontari che costituirono la colonna guidata dal sergente.



Di seguito c'è la trascrizione dei Nomi contenuti in questa pagina:


Sul libro vi sono i Nomi corretti di tutti gli 80 uomini contenuti nella lista. Sono solo una parte dei componenti che facevano parte della colonna guidata dal Sergente.

Spero che quelli che continuano a definirli delinquenti, abbiano un minimo di pentimento, e riconoscano che questi erano combattenti legittimisti a favore del loro Re Francesco II.