Il Sergente ROMANO Pasquale Domenico, nacque a Gioja in Terra di Bari (odierna Gioia del Colle), il 24 settembre 1833 (e non il 24 agosto 1833) da Romano Giuseppe e Lorusso Anna Concetta, nella casa situata nella Strada della Candelora (Borgo Palmieri o Borgo delle Croci).
Dopo aver partecipato alla difesa di Gaeta, ritornò a Gioja, dove dovette subire le angherie dei liberali filopiemontesi.
Con altri legittimisti filoborbonici, formò un comitato per organizzare una ribellione nel proprio paese.
Il 28 luglio 1861, dai boschi dei dintorni di Gioja, partirono per far scoppiare una rivolta nel Borgo San Vito, dove risiedevano alcune Guardie Nazionali e liberali favorevoli all'annessione della loro Nazione al Regno Sardo.
Tante cose sono state dette e scritte sul personaggio in questione, e molte volte anche errate.
Ferito durante la reazione del 28 luglio, si rifugiò nei boschi, ed è falso che nel febbraio del 1862, partecipò con Crocco agli scontri vicino Poggiorsini ed ai ruderi del Castello del Garagnone.
La sua storia ha inizio dal maggio 1862, quando in compagnia di Francesco Pezzolla, anch'esso reduce di Gaeta, erano accampati nel Bosco delle Chianelle (divenuto in seguito Bosco delle Pianelle), in territorio di Martina (odierna Martina Franca).
È in questo mese che "tredeci masnati individui mediocremente armati" si presentano da lui, per essere guidati nella lotta contro l'invasore piemontese. Alcuni di questi 13, organizzeranno furti all'insaputa del Sergente, che "ordinava di andare ordinatamente e militarmente con educazione".
La maggiorparte di questi 13 moriranno nello scontro di Montemilone (circondario di Melfi_PZ), tra cui anche il loro capo Marco Di Palo da Terlizzi_BA.
Meno il Sergente e Pezzolla, tutti gli altri furono feriti gravemente, tanto che 2, rientreranno nelle loro colonne in novembre (dopo 5 mesi).
Bisogna dire che, la colpa di questa sconfitta, fu di due traditori che abbandonarono i loro compagni al loro destino.
Dopo il giuramento del 20 agosto 1862, nel Bosco delle Chianelle, furono inviati 5 uomini ad arruolare ex-soldati borbonici e renitenti alla leva. La colonna era guidata dal La Veneziana, che fu riconosciuto in più di una occasione.
Nel settembre 1862, lo svolgimento delle azioni delle colonne guidate dal Sergente ROMANO, si spostò nel tarantino e nel brindisino, dove vi rimasero fino alla fine di ottobre.
In questi due mesi, furono arruolati Giuseppe Valente (Nenna Nenna) e Francesco Monaco, che furono posti al comando dei nuovi volontari; oltre loro anche due piemontesi: Carlo Antonio Gastaldi e Antonio Cascone.
Dopo una breve parentesi nel territorio barese, al confine con quello tarantino, ritornano nel brindisino.
Assaltano Carovigno, dove partecipano anche le colonne guidate da Locaso (Caprariello) e Mazzeo (Pizzichicchio), per poi cercare di entrare in Erchie, azione fallita per la resistenza di quegli abitanti.
Il ritorno al Bosco delle Chianelle, per ritemprarsi e partecipare a nuove azioni e cercare l'appoggio di Crocco per assaltare Gioja.
Ma il 1° dicembre 1862, le colonne guidate dal Sergente ROMANO, furono assalite dai soldati piemontesi che dai boschi vicini alla Masseria dei Monaci (Masseria i Monaci), sferrarono un attacco che causò la morte di 3 uomini (tra cui La Veneziana) ed il ferimento di altri 3 (Pizzichicchio, Quartulli ed un altro che, insieme al corpo del La Veneziana, fu portato via).
In questo scontro furono fatti prigionieri Scipione Di Palo (uno dei feriti di Montemilone) ed altri 9 uomini, che condotti a Noci, il mattino seguente furono fucilati presso il cimitero e lì sepolti.
Dopo questa sconfitta, i capi della comitiva, si dividono e non avranno più contatti.
Il Sergente con circa 40 uomini, si sposta nel territorio di Gioja e di Acquaviva.
Si reca nuovamente sulle murge baresi, per contattare Crocco, ma viene respinto dal 15° fanteria di stanza a Barletta. Il Sergente è costretto a ritornare sui propri passi.
Il 4 gennaio 1863 si scontra con la Guardia Nazionale di Altamura.
Rimane ucciso il sergente della Guardia Nazionale Arcangelo De Stasio che, portato a Cassano delle Murge dalla Guardia Nazionale di questo paese, viene lì sepolto.
Il 4 gennaio 1863 si scontra con la Guardia Nazionale di Altamura.
Rimane ucciso il sergente della Guardia Nazionale Arcangelo De Stasio che, portato a Cassano delle Murge dalla Guardia Nazionale di questo paese, viene lì sepolto.
Arriva il giorno della morte del Sergente.
Anche se avvisato dell'arrivo della Cavalleria e della Guardia Nazionale di Gioja, impavido affronta con i suoi due revolvers ed i suoi uomini, i nemici del suo Re.
Lotta con Michele Cantù, viene ferito una prima volta; i nemici da affrontare diventano due, che cercano di ucciderlo mentre lui si divincola e continua a lottare. Finchè non giunge un terzo cavalleggero, il capitano Bolasco, che con un fendente lo uccide.
Ci vollero tre cavalleggeri per sconfiggere colui che aveva tenuto in scacco ed in ansia: esercito, cavalleria e amministratori dei comuni di tre province.
Era il 5 gennaio 1863. Il giorno dopo fu fucilato Donato Genga di Taranto, catturato insieme ad Ignazio Semeraro di Martina Franca.
Il giorno 7 furono tutti sepolti in una fossa comune, mentre il giorno 8 furono disseppelliti per effettuare il loro riconoscimento. Erano 15 uomini che avevano dato la loro giovane vita per difendere: la loro Patria, il loro Re e la Religione Cattolica dagli invasori.
GABRIELE ORFINO TANCORRE
È in vendita il libro:
Sergente ROMANO da Gioja in Terra di Bari
(contiene le trascrizioni e le copie dei documenti trovati sul corpo del Sergente il 5 gennajo 1863)
Alcune immagini del libro sono state inserite in questo Blog.
Per informazioni: got_09@libero.it
Pagine 128 - Prezzo di copertina Euro 20,00 + spese di spedizione.
Nel libro vi sono foto, mappe e stradari con l'ubicazione delle figure preistoriche tracciate al suolo, grandi circa 200 x 300 metri, che furono "spettatori" dello scontro di Masseria Purgatorio, posta quasi al confine tra i territori di Laterza e Gioia del Colle; l'ubicazione del monumento dedicato al Sergente ROMANO ed ai suoi uomini.
Lettere scritte dal Sergente: al fratello, alla fidanzata, al capitano della Guardia Nazionale di Alberobello, ecc.
Liste con i nomi di ex soldati borbonici, reclute e volontari che facevano parte della sua colonna.
Liste di nomi di Altamura, Noci, Mottola, Alberobello, Mesagne e Gioia del Colle di persone da danneggiare economicamente o uccidere.
A molti di questi personaggi "illustri", i fautori di quella pseudo "unità d'italia", hanno dedicato anche strade ed edifici pubblici.
Tra questi nomi vi sono: Vitantonio Colucci (che il Sergente ROMANO aveva appuntato come: Arciprete assassino), Don Francesco Gigante (colui che istituì la Scuola Agraria di Alberobello, attualmente denominata Casa Rossa, che durante la 2ª Guerra Mondiale fu adibita a campo di concentramento di Ebrei), ed altri.
Il Fascismo, fu l'espressione massima di quella politica unitaria che, scimmiottando le conquiste dell'Impero Romano, dal 1860 in poi con immani crudeltà voleva riportare il popolo "italico" alla vecchia "gloria". Non avevano ancora unito l'italia, che già si imbarcavano nelle guerre coloniali. Strano modo di iniziare una "unità nazionale", regalando parte del territorio come la Savoia e Nizza ai francesi.
Liste dei nomi e dei Caporali che comandavano le colonne del Sergente ROMANO.
Estratto dal Giornale la Stampa Napoletana, Cattolicismo, Libertà e Indipendenza del 13 Dicembre 1862 N° 46.
In questo Giornale, vi è anche un articolo dedicato alle fucilazioni fatte eseguire da Pietro Fumel in Calabria.
In particolare descrive la situazione delle Chiese del comune di San Fili (provincia di Cosenza) che sono adibite a carceri, zeppe di presunti corrispondenti di briganti. L'articolo termina con queste parole: "Se nel Capodanno in cambio della Strenna si stampassero i fatti di barbarie commesse in centinaia di comuni (dai piemontesi, NdA) da Gennaio 1861 fin qui, Nerone sarebbe da comprendersi nel catalogo dei Santi."
Nel libro vi sono foto, mappe e stradari con l'ubicazione delle figure preistoriche tracciate al suolo, grandi circa 200 x 300 metri, che furono "spettatori" dello scontro di Masseria Purgatorio, posta quasi al confine tra i territori di Laterza e Gioia del Colle; l'ubicazione del monumento dedicato al Sergente ROMANO ed ai suoi uomini.
Lettere scritte dal Sergente: al fratello, alla fidanzata, al capitano della Guardia Nazionale di Alberobello, ecc.
Liste con i nomi di ex soldati borbonici, reclute e volontari che facevano parte della sua colonna.
Liste di nomi di Altamura, Noci, Mottola, Alberobello, Mesagne e Gioia del Colle di persone da danneggiare economicamente o uccidere.
A molti di questi personaggi "illustri", i fautori di quella pseudo "unità d'italia", hanno dedicato anche strade ed edifici pubblici.
Tra questi nomi vi sono: Vitantonio Colucci (che il Sergente ROMANO aveva appuntato come: Arciprete assassino), Don Francesco Gigante (colui che istituì la Scuola Agraria di Alberobello, attualmente denominata Casa Rossa, che durante la 2ª Guerra Mondiale fu adibita a campo di concentramento di Ebrei), ed altri.
Il Fascismo, fu l'espressione massima di quella politica unitaria che, scimmiottando le conquiste dell'Impero Romano, dal 1860 in poi con immani crudeltà voleva riportare il popolo "italico" alla vecchia "gloria". Non avevano ancora unito l'italia, che già si imbarcavano nelle guerre coloniali. Strano modo di iniziare una "unità nazionale", regalando parte del territorio come la Savoia e Nizza ai francesi.
Liste dei nomi e dei Caporali che comandavano le colonne del Sergente ROMANO.
Estratto dal Giornale la Stampa Napoletana, Cattolicismo, Libertà e Indipendenza del 13 Dicembre 1862 N° 46.
In questo Giornale, vi è anche un articolo dedicato alle fucilazioni fatte eseguire da Pietro Fumel in Calabria.
In particolare descrive la situazione delle Chiese del comune di San Fili (provincia di Cosenza) che sono adibite a carceri, zeppe di presunti corrispondenti di briganti. L'articolo termina con queste parole: "Se nel Capodanno in cambio della Strenna si stampassero i fatti di barbarie commesse in centinaia di comuni (dai piemontesi, NdA) da Gennaio 1861 fin qui, Nerone sarebbe da comprendersi nel catalogo dei Santi."
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Ecco i luoghi di provenienza degli uomini che seguirono il Sergente ROMANO nella sua lotta contro l'invasore piemontese:
Abruzzo Citra o Citeriore
CHIETI
Caprara, frazione di Spoltore (Provincia di Pescara)
Pianella (Provincia di Pescara)
Basilicata
MATERA
Matera
Calabria Citra o Citeriore
COSENZA
Altomonte
Bianchi
Calabria Ultra II o Ulteriore II
CATANZARO
Belcastro
Squillace
Napoli
Napoli
Piemonte
Vagliumina, frazione di Graglia (provincia di Biella)
?... altro piemontese soldato disertore
Principato Ultra o Ulteriore
AVELLINO
Ariano Irpino
Terra di Bari (provincia di Bari)
BARI
Alberobello
Altamura
Andria
Bisceglie
Cisternino
Castellana Grotte
Corato
Fasano
Gioia del Colle
Noci
Palo del Colle
Polignano a Mare
Putignano
Santeramo in Colle
Ruvo di Puglia
Terlizzi
Toritto
Terra d'Otranto (provincia di Lecce, Brindisi e Taranto)
LECCE
Carmiano
Lecce
Nardò
Novoli
BRINDISI
Carovigno
Ceglie Messapica
Francavilla Fontana
Latiano
Ostuni
San Donaci
San Vito dei Normanni
Torre Santa Susanna
TARANTO
Carosino
Castellaneta
Crispiano
Fragagnano
Ginosa
Grottaglie
Laterza
Manduria
Martina Franca
Massafra
Mottola
Palagiano
Palagianello
San Giorgio Jonico
San Marzano di San Giuseppe
Statte
Taranto
Uggiano Montefusco
Toscana
Viareggio (provincia di Lucca)
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I soldati ex-borbonici che facevano parte della colonna del Sergente ROMANO, appartenevano a:
2° Battaglione Cacciatori
3° Battaglione Cacciatori
5° Battaglione Cacciatori
9° Battaglione Cacciatori
11° Battaglione Cacciatori
12° Battaglione Cacciatori
14° Battaglione Cacciatori
3° Dragoni Principe
2° Lancieri
1° Reggimento di Linea
2° Reggimento di Linea
4° Reggimento di Linea
6° Reggimento di Linea
8° Reggimento di Linea
9° Reggimento di Linea
10° Reggimento di Linea
13° Reggimento di Linea
15° Reggimento di Linea
3° Reggimento di Linea Principe
1° Reggimento Granatieri
2° Reggimento Granatieri
Carabinieri borbonici
Gendarmeria Reale
Veterani
Zappatori Minatori